FIBERCOP-LAVORO AGILE SI… MA NON PER TUTTI

In data 12 maggio 2025 si sono incontrate le Segreterie Nazionali di Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil, il coordinamento RSU e i rappresentanti di Fibercop, per proseguire il confronto sul tema del lavoro agile.
L’azienda ribadisce la volontà di voler attuare un modello di lavoro agile coerente con quanto presentato lo scorso aprile, quindi con la conferma del modello settimanale, in linea con l’attuale, ma con il netto peggioramento del modello giornaliero che a partire dal 3 giugno prossimo passerà a 4 giorni in sede ed 1 giorno in agile a settimana.
Le Organizzazioni sindacali hanno ribadito la netta contrarietà ad un modello che introduce disparità e stravolge ingiustificatamente quanto di buono è stato fatto grazie agli accordi sindacali dal 2020, con tanto di protocollo realizzato con Asstel, che ha certificato uno strumento imprescindibile nell’organizzazione del lavoro delle imprese del settore.
Anche l’approccio aziendale sui cosiddetti “lavoratori fragili”, che non prevedrebbe nessuna tutela o
flessibilità aggiuntiva, dimostra una totale assenza di sensibilità sul tema, al di là dei riconoscimenti di legge.
L’intera delegazione sindacale ha completamente rigettato il modello presentato da Fibercop, ritenendola
priva di reali e concrete motivazioni industriali.
In un quadro generale confuso, senza un piano industriale, con il CCNL scaduto da 28 mesi, l’azienda non trova altro che peggiorare le condizioni delle persone, stravolgendo uno strumento che in questi anni ha garantito una importante conciliazione di vita e di lavoro, e che ha consentito anche durante la pandemia la piena continuità operativa.
Un ritorno al passato, un approccio arcaico, decisamente non all’altezza di una azienda leader di un settore
innovativo come quello delle Telecomunicazioni.
Le Segreterie Nazionali di Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil nel confermare la propria indisponibilità a condividere un accordo sul lavoro agile alle condizioni poste, metteranno in campo ogni azione necessaria a contrastare questa ennesima, ed inutile, manovra riorganizzativa che peggiorerà le condizioni delle lavoratrici e dei lavoratori, generando ritorni negativi anche in termini di produttività.