Telecomunicazioni: firmato il nuovo contratto nazionale. UIL e UILCOM: ora
serve una vera politica industriale per il settore
La firma del nuovo contratto nazionale delle telecomunicazioni segna un passaggio fondamentale dopo
anni complessi e un ritardo che ha messo alla prova lavoratrici, lavoratori e relazioni industriali. Questo
rinnovo, arrivato ben oltre i tempi, dimostra quanto sia necessario rispettare le scadenze contrattuali:
perché una contrattazione puntuale è l’unico strumento per tutelare il potere d’acquisto, governare i
cambiamenti e dare risposte concrete al settore.
Lo dichiarano Vera Buonomo, Segretaria Confederale UIL, e Salvo Ugliarolo, Segretario Generale
UILCOM.
Il nuovo contratto restituisce alle persone un quadro certo di diritti, tutele e prospettive, con un
incremento economico complessivo medio di 300 euro, sostenuto anche dalle misure di
detassazione degli aumenti contrattuali fortemente volute dalla UIL e decisive in un contesto di
inflazione e di erosione dei redditi reali.
Oltre 200 mila addetti garantiscono ogni giorno la connettività e i servizi digitali che tengono unito il
Paese: a loro va riconosciuto valore, dignità e prospettiva. Il contratto rafforza previdenza
complementare e sanità integrativa, amplia i permessi per genitorialità, violenza di genere e
bisogni educativi speciali, e consolida il lavoro agile come leva di flessibilità e inclusione.
La nuova classificazione del personale valorizza competenze e crescita professionale e introduce
un’area dedicata al CRM/BPO, il comparto più esposto alla trasformazione tecnologica, garantendo
strumenti adeguati ad accompagnare il cambiamento e tutelare l’occupazione. Aggiornata anche la
clausola sociale, assicurando continuità nei passaggi di appalto.
Questo contratto guarda al futuro e riafferma che la contrattazione collettiva è la via per coniugare
innovazione e diritti, stabilità e qualità del lavoro.
Ora, concludono Buonomo e Ugliarolo, serve una vera politica industriale da parte del Governo,
coerente e capace di sostenere una filiera strategica, riconoscendo che la digitalizzazione non esiste
senza le persone che ogni giorno la rendono possibile. Serve inoltre un confronto vero e costruttivo per
intervenire su temi ormai non più rinviabili: a partire dal costo dell’energia per le aziende che non sono
classificate come energivore, fino a un intervento sulle gare pubbliche che riguardano il mondo
dei servizi alla clientela, dove troppo spesso si continuano a pagare gare non compatibili con il
rispetto dei contratti collettivi maggiormente rappresentativi, alimentando contratti pirata che
mettono a rischio la tenuta dei livelli occupazionali e la qualità del lavoro nel settore.
È inoltre indispensabile affrontare con decisione il tema della frammentazione del mercato delle
telecomunicazioni, dove la presenza di troppi operatori ha generato una guerra dei prezzi che, nel
corso dell’ultimo decennio, ha eroso margini, impoverito gli investimenti e bruciato decine di miliardi di
euro, mettendo in difficoltà l’intera filiera. Solo una strategia industriale chiara, orientata alla
sostenibilità economica e occupazionale, potrà restituire solidità e prospettiva a un comparto
strategico per il futuro del Paese.
TLC-COMUNICATO STAMPA RINNOVO CCNL
Telecomunicazioni: firmato il nuovo contratto nazionale. UIL e UILCOM: ora serve una vera politica...




