Lo scorso 24 novembre, presso la sede del Ministero del Lavoro, anche alla presenza dei
rappresentanti del Mimit, si è svolto l’incontro relativo a quanto previsto dalla procedura ai
sensi dell’art. 4-ter, comma 1, del Decreto-legge 4/2024, chiesto dalla società neocostituita
DNA relativamente all’aggregazione di Telecontact e del ramo di assistenza telefonica alla
clientela di Gruppo Distribuzione.
All’incontro, nonostante non destinataria della convocazione ministeriale, era comunque
presente la dirigenza del Gruppo TIM, mentre era assente quella di Telecontact
La società DNA Srl ha illustrato la nascita di quello che dovrebbe essere il nuovo soggetto
industriale, spiegando come questo progetto nasca per far fronte alla crisi del settore dei
contact center, in particolare nel perimetro delle attività svolte per conto di TIM, oggi in
drastico calo. Gruppo Distribuzione e Telecontact sono le due realtà produttive da conferire
in DNA, con l’obiettivo di creare sinergie industriali, sfruttando le opportunità offerte dalla
normativa che aiuta processi di fusione e favorisce la decontribuzione.
A detta dell’azienda, il progetto industriale di rilancio e riqualificazione professionale, si
prefiggerebbe di accompagnare un percorso di riqualificazione e ricollocazione del personale
in attività di digitalizzazione, dematerializzazione ed help desk specialistico con l’obiettivo di
scongiurare gli esuberi che deriveranno dall’introduzione di processi di automazione nelle
attività di assistenza alla clientela. Queste nuove attività, secondo quanto dichiarato dai
rappresentanti aziendali di DNA, dovrebbero arrivare dalle sinergie con progetti di
digitalizzazione della pubblica amministrazione.
La trasformazione del settore dell’assistenza alla clientela, attraverso un pesante
investimento in formazione per riqualificazione, è uno dei punti condivisi tra Asstel, Slc,
Fistel, Uilcom, ma non è attraverso progetti senza respiro prospettico ed industriale, che si
persegue l’obiettivo della tenuta occupazionale del settore.
Le Segreterie Nazionali di Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil hanno ribadito la totale contrarietà
al trasferimento di 1591 lavoratrici e lavoratori del gruppo Tim ad una neocostituita Srl, una
società con un capitale sociale di 10mila euro, ed un fumoso piano industriale, basato su
auspici e speranze, che non fanno altro che confermare le forti perplessità sulla tenuta
complessiva del progetto presentato da DNA
Un piano industriale, infatti, che di industriale ha ben poco, che basa il proprio sviluppo su
decontribuzioni e buoni auspici per future ipotetiche attività da gestire, con l’unico elemento
certo, chiaro e concreto rappresentato dalla progressiva uscita di TIM come committente,
disimpegnandosi dalle responsabilità su 1591 lavoratrici e lavoratori che per oltre 20 anni
hanno contribuito alla crescita aziendale.
Attività che anche fossero mantenute, da sole non renderebbero comunque sostenibile il
futuro di DNA.
Tra le altre cose ricordiamo poi che in TCC, la popolazione è composta principalmente da
donne, e con una età media più bassa rispetto a quella del settore, l’idea di poter garantire
commesse per un ampio arco temporale, difficilmente potrà essere la soluzione utile ad
accompagnare le lavoratrici ed i lavoratori oggetto di cessione alla quiescenza
Al Ministero del Lavoro abbiamo dichiarato la nostra totale indisponibilità ad un accordo che
preveda la cessione di TCC all’esterno del Gruppo TIM, in quanto riteniamo, che a dispetto
delle dichiarazioni di DNA al tavolo, la miglior garanzia prospettica per le lavoratrici ed i
lavoratori, sia quella di rimanere all’interno del gruppo, piuttosto che la cessione in un settore
che già oggi, ed ancora di più in futuro, dovrà fare in conti con una forte contrazione degli
organici complessivi!
Per questo non abbiamo ritenuto necessario ulteriori approfondimenti durante l’incontro,
perché tali approfondimenti sarebbero dovuti arrivare già durante l’esperimento previsto dalle
procedure di cessione terminate da oltre una settimana, e per le quali siamo ancora in attesa
di ricevere il relativo verbale conclusivo.
È comunque prevista una ulteriore convocazione, in sede ministeriale, per il giorno 10
dicembre 2025.
Quindi, se le aziende conferenti sono così convinte della bontà del progetto “DNA”, tanto da
procedere, come dalle stesse dichiarato in sede ministeriale, con o senza incentivi, che lo
facciano, ma di certo non troveranno un sindacato pronto a sottoscrivere accordi a danno
delle lavoratrici e dei lavoratori di Telecontact!
Nonostante la dichiarata indisponibilità sindacale, alla condivisione di un progetto che nel
lungo periodo, metterebbe a rischio l’occupazione di 3300 lavoratori, ad oggi in forza tra
Telecontact e Gruppo Distribuzione, il ministero ha inteso aggiornare il tavolo prossimo 10
dicembre.
Quello che riteniamo necessario ribadire è che non saranno di certo la possibilità di una
garanzia temporale maggiore dei 4 anni minimi previsti dalla norma, o l’affidamento di
commesse da parte dell’attuale management di qualche azienda del settore a far cambiare
idea alle scriventi sul fatto che l’unica strada per salvare le persone di Telecontact sia quella
di rimanere all’interno del Gruppo TIM!
Al Ministero del Lavoro e al Ministero delle Imprese e del Made in Italy chiediamo di dedicare
la stessa attenzione e tempestività dimostrate nella convocazione del tavolo sulla cessione di
TELECONTACT anche alle questioni che seguono, sulle quali sarà certamente più semplice
costruire una piena convergenza sindacale.
Attendiamo con fiducia una convocazione per affrontare temi imprescindibili: la revisione
delle tabelle ministeriali, il rigoroso rispetto delle clausole sociali e l’applicazione dei contratti
collettivi maggiormente rappresentativi nei bandi pubblici, oltre al rifinanziamento del
contratto di espansione.
Sono nodi fondamentali per sostenere in modo concreto un settore, quello dei Call Center,
che da troppo tempo vive una condizione di profonda sofferenza e necessita di interventi
strutturali non più rinviabili.
TCC-INCONTRO MINISTERO DEL LAVORO – PROGETTO DNA
Lo scorso 24 novembre, presso la sede del Ministero del Lavoro, anche alla presenza dei...




