Nei giorni scorsi si è svolto l’incontro tra Ericsson Italia, le Segreterie Nazionali di Slc-Cgil Fistel-Cisl Uilcom-Uil, il coordinamento Rsu, per la verifica dell’ultimo accordo di incentivazione all’esodo e per la rivisitazione dell’intesa sullo smart working.
L’azienda, in apertura, ha informato che a seguito della consistente riduzione di personale, ed in ottica efficientamento sedi, chiuderà la sede di Mestre (VE) trasferendo il personale presso la sede operativa di Milano. Alle lavoratrici ed ai lavoratori interessati sarà offerto un accordo di smart working spinto, con al massimo 2 rientri mensili in sede.
In relazione al piano di uscite volontarie, Ericsson ha comunicato che, attualmente, le eccedenze dichiarate non sono state saturate. L’accordo prevede la possibilità di uscire volontariamente ancora entro il mese di ottobre e l’impegno aziendale a non avviare ulteriori procedure per il 2025, anche in presenza del mancato raggiungimento del numero di uscite pari a quanto dichiarate in eccedenza. L’azienda informa che, a livello globale, si sta valutando la situazione complessiva del Gruppo e per il 2026 saranno previsti piani di uscita numericamente importanti.
Infine, in relazione all’accordo di smart working, l’azienda ha dichiarato il superamento dell’attuale accordo in essere che prevede fino a 12 giorni di smart working, per arrivare ad equiparare il modello applicato a livello globale che prevede un massimo di 8 giorni a livello mese.
Le Segreterie nazionali, in considerazione di quanto dichiarato dall’azienda, hanno espresso profonda preoccupazione per un ulteriore piano di esuberi per il 2026, con l’auspicio che qualora fossero confermati i numeri previsti, la gestione possa essere non traumatica, attraverso il raggiungimento di un accordo condiviso.
Per quel che concerne lo Smart Working, le scriventi hanno espresso la propria contrarietà al superamento di un modello, oramai strutturale, che ha dimostrato di essere un ottimo punto di equilibrio tra le esigenze organizzative aziendali e il miglioramento della conciliazione dei tempi vita- lavoro delle persone. Dopo ampio confronto, in cui le OO.SS. hanno chiesto di mantenere il modello in essere, dichiarandosi indisponibili a mediazioni al ribasso, l’azienda ha proposto un modello rigido con un massimo di 9 giorni mensili.
Le Segreterie Nazionali hanno dichiarato insufficiente la proposta aziendale, non sottoscrivendo l’accordo. Nei giorni seguenti le Rsu hanno, comunque, effettuato delle assemblee chiedendo alle lavoratrici ed ai lavoratori di esprimersi sul nuovo modello. Il risultato consegna una platea dei partecipanti, sostanzialmente divisa a metà, con le sedi di Napoli e Milano al 100% per il no, la sede di Roma il 65% di contrari, mentre Pagani e Genova ha visto i lavoratori esprimersi favorevolmente all’accordo con oltre l’80% di sì.
Il risultato conclusivo ha visto un sostanziale pareggio, con tanti astenuti ed i favorevoli prevalere per soli 2 voti.
Effettuata una attenta analisi del voto, tenuto conto che si è espresso a favore meno del 25% della forza lavoro complessiva, valutando negativamente la decisione aziendale di ridurre, senza motivazioni valide, le giornate di smart working, le Segreterie Nazionali hanno deciso di non sottoscrivere l’accordo.
L’azienda, preso atto delle dichiarazioni sindacali, ha comunicato che per il mese di ottobre le giornate di smart working resteranno comunque 12, per poi diventare 8 a partire da Novembre. Ericsson si è comunque dichiarata disponibile, anche in un secondo momento, a sottoscrivere un accordo che preveda 9 giorni di smart working anziché 8.
Ericsson Italia: tensioni su smart working e piani di esuberi futuri
Nei giorni scorsi si è svolto l'incontro tra Ericsson Italia, le Segreterie Nazionali di Slc-Cgil...