Le OO.SS. SLC-CGIL, FISTEL-CISL-UILCOM-UIL salutano positivamente l’emendamento
votato dal Senato, che restituisce 16,5 mln di euro dei 20 mln tagliati al Fondo di sostegno
all’Emittenza radiotelevisiva locale.
Una scelta sconsiderata, quella di un taglio di quella portata, che avevamo denunciato nei nostri
comunicati e a cui stavamo contrapponendo una forte azione di contrasto in termini di
mobilitazione e sensibilizzazione dell’opinione pubblica.
Un taglio che avrebbe comportato probabili ricadute occupazionali e che avrebbe significato un
colpo ferale al pluralismo dell’informazione, privando i territori di una voce indispensabile per la
dialettica democratica del nostro Paese.
Il fatto che il governo abbia deciso di fare dietrofront è una buona notizia che, almeno in parte,
allontana da scenari di crisi immediate.
Restano però sul tavolo tutti i problemi di fondo, dalla concorrenza dei grandi broadcasters alla
concorrenza sleale degli OTT e delle piattaforme streaming, le stesse che, non investendo nel
nostro paese, non creano occupazione e pagano le tasse all’estero, sfruttando peraltro le
infrastrutture nazionali, oltre a non riconoscere un giusto compenso per l’utilizzo di contenuti
tutelati dal diritto d’autore.
Uno squilibrio sempre più evidente, che necessita di interventi legislativi complessivi e mirati,
anche se di segno opposto agli accordi sui dazi appena sottoscritti con gli USA.
Al netto di questi snodi di sistema, rimane comunque il fatto che, con questo stop ai tagli, non ci
sono più scuse per la firma del contratto di lavoro scaduto da mesi, e diventa centrale
riprendere, alla ripresa di settembre, una trattativa che va chiusa velocemente, assicurando un
recupero salariale consistente per i lavoratori, dopo anni di pesante erosione del reddito dovuta
all’inflazione.