Per l’anno 2025 i contributi per le emittenti televisive e radiofoniche locali previsti dal
DPR n. 146/2017 scendono di quasi 20 milioni di euro rispetto al 2024 (111,6 milioni
di euro invece di 130,2 mln di euro dell’anno passato).Si tratta di un calo del 14%,
che, certamente, non cambierà i destini dei nostri disastrati conti pubblici, ma rischia
di mettere in ginocchio un settore che assicura lavoro a migliaia di lavoratrici e
lavoratori.
Un settore già ampiamente provato dalla concorrenza dei broadcasters di grandi
dimensioni, e da quella internazionale delle piattaforme streaming, le stesse che
utilizzano le reti e le infrastrutture nazionali, senza creare occupazione nel nostro
Paese e pagando la gran parte delle tasse all’estero.
Le aziende dell’emittenza radiotelevisiva privata, assicurano invece
occupazione, e giocano un ruolo importante per gli assetti democratici del Paese,
garantendo pluralismo dell’informazione e dando voce alle differenze dei nostri
territori.
Con questo taglio, si rischia di mettere in discussione tutto questo, con pesanti
ricadute in termini occupazionali e di qualità del lavoro, nonché sulla qualità e sul
pluralismo dell’informazione.
Per tutte queste ragioni chiediamo uno stop a questa decisione insensata, e il
ripristino almeno delle risorse dell’anno passato.
Ora che le OO.SS. SLC-CGIL, FISTEL-CISL, UILCOM-UIL sono in fase avanzata
di rinnovo del CCNL dell’Emittenza radiotelevisiva privata insieme a
ConfindustriaRadioTv, e nessuno può permettersi di pregiudicare lo stesso
rinnovo contrattuale. A fronte di ciò, SLC-CGIL, FISTEL-CISL, UILCOM-UIL,
propongono all’Associazione datoriale di riferimento di fare fronte comune su
questo tema, con l’obiettivo di bloccare questo taglio inaccettabile e foriero di
probabili ricadute occupazionali.
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